Storia del dipartimento

 

  La chimica nella sua versione merceologica è stata presente, fin dall’inizio, nel primo nucleo di discipline insegnate nella “Scuola Superiore di Commercio” che diede origine all’Universität Triest - Università di Trieste. Questa venne creata nel 1877 per volere del Barone Pasquale Revoltella (1795-1869, nato in una famiglia modesta, rimasto presto orfano del padre, ancora giovane lasciò Venezia per cercare fortuna a Trieste. Nel 1835 fondò una ditta per l'importazione di legnami e granaglie, si affermò rapidamente e grazie alla disponibilità finanziaria acquisì diverse partecipazioni in molte società triestine. Tra i primi azionisti delle Assicurazioni Generali e consigliere d'amministrazione del Lloyd Austriaco divenne amico del Barone Carl Ludwig von Bruck, uno dei fondatori e presidente della società di navigazione e futuro Ministro del Commercio e delle Finanze Austriache. Forte fu il suo impegno per l'apertura del Canale di Suez, ritenuto determinante per lo sviluppo economico di Trieste, strettamente legato ai traffici marittimi. Per il suo contributo essenziale Revoltella venne nominato vicepresidente della Compagnia Universale del Canale di Suez. Nel 1867 l'Imperatore Francesco Giuseppe gli conferì il titolo di barone) quando lo sviluppo mercantile della città, che conobbe grande prosperità grazie al porto franco e al fiorente sviluppo commerciale che la resero una delle più importanti metropoli dell'allora Impero Austro-Ungarico, evidenziò le esigenze di formazione in campo commerciale. Primo insigne docente dell’insegnamento di Mercinomia e Chimica Applicata fu il professor Augusto Vierthaler (1838-1901, medico triestino, perito chimico, direttore del “Fisicato Civico” - l’odierno “Ufficio Igiene”) che trasmise la passione e l’interesse per questa disciplina al concittadino Giacomo Ciamician (1857-1922, un chimico prima austriaco, poi italiano, di origine armena, riconosciuto come uno dei padri fondatori della fotochimica, membro della comunità armena di Trieste, nipote di uno stimato padre Mechitarista) studiò nella sua città natale e a Vienna laureandosi poi a Gießen con una tesi sulle affinità chimiche. Durante il periodo giovanile viennese pubblicò analisi sugli spettri di diversi elementi chimici, le sue ricerche furono notate e citate da Dmitrij Ivanovič Mendeleev, il grande chimico russo, a supporto del suo sistema periodico degli elementi. Fu il professor Giulio Morpurgo (1865–1931, goriziano, insegnò tecnologia aziendale all'Università di Trieste, scrisse numerose monografie su temi aziendali), chiamato alla cattedra di Merceologia e Chimica Tecnologica presso la Scuola Superiore che, oltre ad installare nel 1906 il Laboratorio chimico e Museo commerciale della Camera di Commercio di Trieste, riuscì a far trasformare la Scuola Superiore, della quale era stato Direttore, prima in Regio Istituto Superiore di Studi Commerciali (1920) e successivamente in Regia Università degli Studi Economici e Commerciali (1924), divenendone poi Rettore. Nei decenni successivi si insediarono nella rinominata Regia Università degli Studi (1938) le ulteriori Facoltà di interesse Chimico: la Facoltà di Ingegneria (1942), la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (1946), la Facoltà di Farmacia (1956) e la Facoltà di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (1979). In particolare, la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali nacque per iniziativa di tre luminari tra i quali il professor Domenico Costa (1895-1955) libero docente di Chimica Bromatologica.

  Sono diversi gli Istituti che hanno preso vita in quegli anni. Dallo storico Istituto di Merceologia a quello di Chimica, da quello di Chimica Farmaceutica e Tossicologica a quello di Tecnica Farmaceutica. Questi si sono successivamente riorganizzati in vari Dipartimenti. L’attuale Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche (DSCF) dell’Università degli Studi di Trieste nasce nel 2010 dall’unione dei pre-esistenti Dipartimenti di Scienze Chimiche e di Scienze Farmaceutiche.  

  La soppressione delle pre-esistenti Facoltà, in attuazione della riforma universitaria (legge 240), ha portato il DSCF a svolgere dall’autunno 2012 le funzioni didattiche delle ex-Facoltà di Scienze MMFFNN e di Farmacia relative ai corsi di laurea Triennale e Magistrale in Chimica e ai corsi a ciclo unico in Farmacia e in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche.

  Il DSCF gestisce il Dottorato in Chimica e partecipa al Dottorato in Nanotecnologie dell’Università di Trieste. Il DSCF ospita un’importante biblioteca di chimica, numerosi laboratori didattici e di ricerca, assieme a strumentazioni e facilities dedicati alla ricerca di base e applicata nelle varie discipline chimiche. Al Dipartimento afferiscono una cinquantina di Docenti-Ricercatori di varie discipline Chimiche ai quali si affiancano altrettanti assegnisti e dottorandi di ricerca e una ventina tra tecnici e amministrativi.

  L’attività di ricerca si articola in diversi ambiti che vanno dalla “Chimica supramolecolare e nanotecnologie” alla “Chimica teorica e computazionale”, dall’”Energia, ambiente e chimica sostenibile” alla “Progettazione, sintesi e formulazione di farmaci” ed alla “Sintesi, caratterizzazione e reattività di composti organici e biomolecole”. Tutti gli afferenti al DSCF svolgono una significativa attività di ricerca che, in diversi casi, raggiunge livelli di eccellenza promuovendo intensi contatti scientifici a livello nazionale ed internazionale.

  Il Dipartimento si propone nei confronti del mondo esterno (industrie, enti di ricerca pubblici e privati, ecc.) come punto di riferimento culturale e di supporto per la ricerca chimica.

  Il Dipartimento ospita uno spin off di ricerca, l’ordine regionale dei Chimici, una sezione del CNR, il centro di Eccellenza in Biocristallografia e ha in corso diverse convenzioni con enti di ricerca tra i quali il Sincrotrone Trieste.

  La chimica, definita come scienza centrale a causa del suo ruolo di connessione tra le scienze fisiche, le scienze della vita e le scienze applicate, come medicina e ingegneria, ritrova in questi anni un nuova centralità in settori emergenti come le nanotecnologie e la medicina molecolare.

  E’ impressionante l’attualità della visione del succitato prof. Ciamician il quale, nella lectio magistralis del 1903 "I problemi chimici del nuovo secolo", sosteneva che la civiltà moderna non poteva fare affidamento per l’energia soltanto sull’utilizzo del carbon fossile, che rappresenta una parte infinitesima dell'energia solare immagazzinata dalla terra nei secoli. Proponeva di imitare le piante per sviluppare dei catalizzatori che, con l'aiuto della luce solare, avrebbero permesso di utilizzare dei prodotti degli scarichi industriali, come l'anidride carbonica e il vapor acqueo, per produrre metano e ossigeno. Questi, bruciando, avrebbero restituito, in forma di calore, l'energia acquistata dal sole. Considerando, inoltre, che la maggior parte dell'energia ricevuta dal Sole va sprecata, Ciamician proponeva di aumentare notevolmente la produzione di materia organica vegetale, di estendere l'impiego dei materiali di origine vegetale e di migliorare le rese delle industrie di trasformazione ottenendo dalle piante combustibile gassoso. Propose pure di valorizzare la capacità delle piante di produrre sostanze preziose per l'industria (alcaloidi, glucosidi, essenze, gomme e coloranti) in alternativa alla sintesi dai derivati del catrame. Era, in altri termini, un anticipatore di quella che oggi viene chiamata green chemistry. Per le bio-raffinerie, il solare termico, il fotovoltaico, la produzione d'idrogeno per scissione dell'acqua, la fotosintesi artificiale, l’utilizzo di principi attivi naturali e sintesi enzimatiche e lo sviluppo di sistemi di analisi per la tutela della salute e l’ambiente si sono fatti in questi anni passi molto importanti ed il contributo dato dal DSCF in questi campi di ricerca è stato piuttosto significativo, come lo dimostrano le numerose pubblicazioni scientifiche riportate nelle più prestigiose riviste internazionali. A seconda dei casi, il cammino da compiere per veder compiuto il sogno di Ciamician è più o meno lungo e solo la ricerca scientifica interdisciplinare, che vede la chimica quale scienza centrale, potrà rendere possibile nei prossimi anni un avvicinamento a tali obiettivi.

 

Ultimo aggiornamento: 05-06-2023 - 12:12